Monticazione a primavera

Con i piedi per terra.
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La primavera è iniziata, la neve, quella poca che è giunta nell’inverno, è quasi o del tutto sciolta, l’erba nei pascoli più bassi è ormai verde mentre ad alte quote inizia a spuntare, è il momento di preparare gli armenti alla monticazione.

Da quando esiste, l’uomo è sempre stato un cacciatore e anche, oggi si direbbe, selezionatore di erbe e frutti della natura. Queste “normali attività” hanno inizio già da 100 secoli prima di Cristo e fino al sesto millennio a.C. quando l’uomo capisce di poter addomesticare gli animali, in primis le pecore e poi capre e vacche e altri mammiferi come cavalli e cammelli in altri luoghi di quello che all’epoca non era ancora considerato mondo.

Proprio in quei tempi lontani appare per la prima volta il formaggio, una scoperta eccezionale, quel formaggio che oggi possiamo annoverare tra le tipologie ottenute con latte fermentato in modo naturale.

Ma l’allevamento che all’epoca era, si pensa, di limitatissimi capi, contava su spazi dove l’erba spontanea era abbondante come nel territorio veneto, tanto che già nei primi secoli dopo Cristo si discuteva su dove gli animali potevano o non potevano alimentarsi allo stato brado.

Proprio da questo modo di allevare, che in Veneto era prevalentemente composto da greggi e mandrie, nasce l’esigenza, anche economica, di provvedere alla transumanza, termine che è definibile solo per quanto riguarda l’allevamento ovino, capace di spostarsi lentamente alla ricerca del pascolo, caratterizzando la vita errabonda del pastore.

Lo spostamento delle mandrie invece ha uno scopo ben diverso da quello delle greggi perché le vacche devono raggiungere un luogo fisso, monticare, un alpeggio dove rimanere stabili per tutto il periodo estivo.

È storia antica, pare infatti che attorno al 1850 alcune famiglie native dell’Altopiano di Asiago acquistarono campi e case nei territori compresi attorno al fiume Brenta per trasferirvisi….

Continua a leggere l’articolo di Michele Grassi sul n. 15 del Magazine Con i piedi per terra

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