UIMEC di Frosinone organizza il primo corso per casari, con finanziamento della Regione Lazio. La settimana scorsa Michele Grassi si è recato a Frosinone per visitare alcune aziende associate a UIMEC, (Unione Italiana Mezzadri e Coltivatori Diretti) l’organizzazione sindacale professionale agricola che segue le aziende dal punto di vista professionale, tecnico e fiscale. Accompagnato dal presidente UIMEC Fabrizio Neglia e dal vice Danilo Incitti, nonchè da Maria Rosaria Ceccarelli medico veterinario esperta di ovi-caprini e dal suo collega Giovanni Turriziani veterinario esperto di bovini e bufali e presidente del’ordine dei veterinatri della provincia di Frosinone, Michele Grassi ha percorso parte della provincia per capire la realtà degli allevamenti locali, dei caseifici e per rendersi conto dei formaggi che vengono prodotti.
<<Il territorio è molto vasto, e le sue realtà aziendali sono decisamente interessanti e presentano prodotti molto diversificati fra loro anche per l’origine dell latte. I casari lavorano per proporre formaggi di svariate tipologie in particolare le paste filate>>
Così ha dichiarato Grassi, che già conosceva le realtà montane della Valle di Comino dove viene prodotto il Pecorino di Picinisco D.O.P.
La visita è servita ad ottimizzare le lezioni, che si terranno a partire da gennaio presumibilmente verso la fine del mese, di questo 1° corso che <<mira alla crescita qualitativa dei prodotti caseari del frusinate.>>, così dichiarano i dirigenti della UIMEC zonale.
Il territorio agricolo della provincia di Frosinone è in piena attività e le persone che dispongono dell’organizzazione agricola e commerciale sono in fermento per promuovere i tanti prodotti locali. Dal formaggio all’olio, ai fagioli, al vino, produzioini molto importanti dal punto di vista organolettico ma poco conosciuti nel Paese.
Il corso per casari che è aperto ai già operanti in piccoli e medi caseifici ma anche a coloro che intendono, in un futuro, operare in questo campo, tende a formare il personale addetto ai caseifici per renderli consapevoli che l’arte casearia, anche se tramandata dagli avi, è comunque un lavoro importante e in decisa crescita qualitativa.

Condividi questo articolo: